Tutte le
volte che entro nel nostro istiuto, la prima cosa che guardo,
quella che mi dà più emozione, è lo scalone. E' bello, è
importante, ma devo dire che quando ero ragazzina e frequentavo
il liceo mi sembrava più importante e un po' minaccioso. Per me
rappresentava il confine fra l'area libera e la classe e lo
salivo con un po' di trepidazione. Sapevo che poteva aspettarmi
il foglio protocollo bianco per il compito in classe, o un
foglio che mi sarebbe stato consegnato non più in bianco, ma
addirittura colorato con i suoi segni rossi e blu e ... con il
voto. Oppure poteva aspettarmi un'interrogazione che avrei
voluto evitare ad ogni costo. E allora, salendo quei gradini, mi
dicevo: "Dio, fa che non mi interroghino: per quest'altra
volta mi preparerò benissimo!". Così, piano piano, siamo
giunti alla maturità guidati dai nostri insegnanti. Ne ricordo
due di grande valore: il prof. Luigi Heilmann e il prof. Alfredo
Ghiselli, che ricorderò sempre con affetto. E ... giunti agli
esami di maturità abbiamo veramente salito lo scalone con il
cuore in gola.
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